Logo dottor Emilio Taglialatela

Alluce Valgo

Si tratta di una deformità acquisita su predisposizione congenita. La deformità è assai più frequente nel sesso femminile, in rapporto di 4 a 1.

Possiamo definire l’alluce valgo come uno spostamento dell’alluce verso le dita esterne insieme alla comparsa di una prominenza verso l’interno della testa metatarsale.

SINTOMI

I sintomi dell’alluce valgo sono rappresentati da dolore alla palpazione, difficoltà nel portare le scarpe, dislocamento o deviazione delle dita, carico alterato del piede.

Chi ne se soffre presenta:

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una protuberanza sporgente alla base dell’alluce detta borsite (volgarmente “cipolla”);

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dolore persistente o intermittente, sia nel camminare, che a riposo; calli o ispessimenti, specialmente dove le dita si toccano eccessivamente fra loro, o si sovrappongono;

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difficoltà a calzare le scarpe normali.

Frequentemente l’alluce valgo è associato a piede piatto, secondo dito a martello e sovraccarico metatarsale, con dolore plantare sotto le teste dei metatarsali, detto metatarsalgia.

DIAGNOSI DI ALLUCE VALGO

La diagnosi normalmente è semplice: con il paziente in posizione eretta, l’osservazione permette di identificare la deviazione laterale della parte ed eventuali sue deformità.

Va sempre prescritto un esame radiografico del piede in carico in proiezione antero-posteriore e laterale, che consente di calcolare il grado di deviazione e calcolarlo goniometricamente.

CURA

La cura dell’alluce valgo è solo chirurgica, quando necessario. La chirurgia moderna è veloce, rapida, poco dolorosa, si può eseguire in day hospital e in anestesia periferica. Si basa su una osteotomia, cioè sezione ossea, mirata a riportare la testa metatarsale al centro del fulcro funzionale articolare, ricentrando così l’azione della muscolatura intrinseca ed estrinseca.

QUANDO SI PONE L’INDICAZIONE CHIRURGICA?

L’indicazione chirurgica si pone in caso di dolore persistente, presenza di borsite (cioè rigonfiamento della parte interna dell’articolazione), carico alterato con callosità plantari, intolleranza alla calzatura.

Ulteriore motivazione all’intervento un peggioramento della situazione clinica di valgismo avvenuto negli ultimi sei mesi/un anno.

QUALE TECNICA CHIRURGICA

Sono descritte oltre 100 tecniche correttive per l’alluce valgo, il che spiega come in realtà non si possa parlare di una sola tecnica vincente.

Le tecniche moderne mirano alla ricostruzione della struttura ossea ed al suo riallineamento con un approccio chirurgico poco aggressivo, grazie anche ad un’anestesia periferica (blocco di caviglia) che, associata ad una leggera sedazione, è molto confortevole, poco pericolosa, copre a lungo dal dolore e consente una dimissione rapida (fast track).

La tecnica più collaudata al mondo, detta Austin-Chevron, è una osteotomia trapezoidale a forma di V aperta a circa 80°, che si esegue con piccola incisione dorsomediale, di circa 4 cm. Lo spostamento viene preceduto dalla liberazione delle parti molli con la stessa incisione. Si calcola la direzione dello spostamento e si esegue l’osteotomia con millimetrica precisione mediante guida.

Un’altra procedura frequente che si associa ad altre nella correzione delle deformità è la tecnica di Akin, cioè una osteotomia falangea direzionale in cui si asporta un piccolo cuneo a base interna, per allineare l’alluce. Questa tecnica serve anche per migliorare la cosmesi dell’intervento, perché derota l’unghia e allinea funzionalmente il complesso della muscolatura lunga sul midpoint funzionale dell’articolazione.

Va ricordato a questo punto che un moderno Chirurgo Ortopedico del Piede non cerca di applicare un solo intervento per tutte le deformità, che sono molto diverse fra loro, ma utilizza per ogni paziente la tecnica più adatta.

TECNICHE MININVASIVE E PERCUTANEE

La Chirurgica mini-invasiva (MIS) è molto innovativa come concetto nella Chirurgia Ortopedica moderna. Si fa in tutti i distretti. L’artroscopia del ginocchio e della spalla ne è un eccellente esempio. Nel termine di mini-invasività è intrinseco il concetto di ridurre al massimo il danno chirurgico ai tessuti con esposizione il più ridotta possibile. Anche la tecnica di Austin-Chevron con le moderne modifiche (Austin-Chevron mini open) è una tecnica MIS, poiché si cerca comunque di minimizzare al massimo l’esposizione dei tessuti profondi.

Per l’alluce valgo vi sono due tecniche oggi praticate.

La più diffusa in Italia è la tecnica percutanea sec. Bosch che consiste in una piccolissima incisione esterna, sezione dell’osso con fresa rotante a bassa velocità, spostamento della testa metatarsale e stabilizzazione con un grosso chiodo (2,2 mm) che esce dall’alluce di fianco all’unghia per stabilizzare l’osteotomia.

I suoi limiti sono rappresentati dal rischio di rigidità, dalla perdita di correzione una volta rimosso il filo, lo scivolamento fra le componenti ossee con inclinazione (tilt) della testa metatarsale rispetto alla diafisi (è una sezione fra due superfici lisce), le infezioni dovute al filo percutaneo, il dolore postoperatorio per la posizione forzata del dito, la necessità di numerose medicazioni e controlli da parte del Chirurgo.

Un’altra tecnica percutanea utilizza frese come quelle dei dentisti allo scopo di ottenere osteotomie e correzioni simili alle tecniche tradizionali. Anche qui non utilizzando mezzi di sintesi i frammenti ossei vengono tenuti da fasciature particolari che a volte possono cedere e inficiare parzialmente il risultato voluto.

L’intervento chirurgico con la tecnica di Austin, che è molto rispettosa per le parti molli, non richiede compressione o immobilizzazione forzata, non è particolarmente doloroso.

Noi ci aiutiamo inoltre con un blocco anestetico locale postoperatorio e, talora, con una pompa elastomerica per flebo, che inietta costanti e piccole dosi di analgesico.

La maggioranza dei nostri pazienti è meravigliata e dice: non ho sentito nulla!

Importante è prevenire il dolore con una terapia costante e puntuale per i primi 3-4 gg.

In corso di intervento viene già eseguita profilassi antibiotica.

A domicilio viene prescritta terapia medica anti-infiammatoria ed analgesica da prendere per i primi tre/quattro giorni, terapia antibiotica per bocca per i primi 5 gg, profilassi anti-trombo-embolica con eparina a basso peso molecolare per via sottocutanea per almeno due settimane, in qualche caso, se a rischio, fino a quattro settimane.

Eventuali terapie in corso, con profilassi estro-progestinica (pillola), terapia con antiaggreganti orali (aspirina), immunosoppressori (Metotrexate, biologici per AR) vanno sospese prima e dopo, per un periodo da concordare col Medico.

Nell’immediato postoperatorio è importante eseguire subito esercizi attivi di flesso-estensione della caviglia, muovere e mantenere attivo l’arto, automanipolarsi l’alluce operato.

Insomma promuovere una riabilitazione precoce!

Ogni paziente riceve un protocollo personalizzato, per indirizzare il fisioterapista.

Alluce Rigido

RICOVERO

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Anestesia: spinale
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Timing: ca. 40 minuti
TECNICHE USATE
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alluce rigido di 1° grado: cheilotomia e osteotomia decompressiva e plantarizzante
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alluce rigido grave (2°- 3° grado): sostituzione articolare con spaziatore/protesi FGT Primus

POST OPERATORIO

1 notte di degenza

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Decorso post operatorio: deambulazione dal giorno dopo mediante scarpa ad appoggio totale senza l’uso di stampelle + esercizi di articolarità passiva dell’alluce per 2 settimane.

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Medicazione: giorno successivo all’intervento poi a 2 settimane
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Ripresa della guida: a circa 4 settimane dall’intervento
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Ripresa dell’attività lavorativa/prognosi: da 30 a 60 giorni a seconda dell’attività svolta dal paziente
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Ripresa dello sport: nuoto, cyclette, bicicletta e passeggiate dopo 40 giorni dall’intervento salvo complicazioni, le altre attività dopo 60 giorni.
Dal 1989 viene utilizzato lo spaziatore in silicone di Lawrence che poi ha subito una successiva evoluzione e miglioramento nel 2004 con il modello FGT Primus.